venerdì 27 gennaio 2012

"Verrà la guerra e..." - 27.01.1945 per non dimenticare

Didi si sente come una povera mendicante. Una volta per paura degli aerei che volavano a bassa quota si è gettata a terra rovesciando tutto il latte. Si è arrabbiata molto perché era quasi un mezzo litro che avrebbe potuto dare in parte a Stropsi. A lui piace tanto e trascina con la bocca la sua ciotola appena vede Didi con il bricco.
Adesso vincono gli altri. In Africa, in Italia, in Francia, nella Slesia. Bombe dirompenti, bombe incendiarie cadono sulle città, anche su quelle vicine, Norimberga, Würzburg e Schweinfurt. Quando Schweinfurt viene bombardata, Didi sente il fragore.
La notte non fa freddo, anche se la primavera è appena iniziata. Non è una notte particolare. È una notte chiara. Dovunque silenzio. Non c’è stato l’allarme aereo. Ma la mattina penzolano dagli alberi di fronte alla casa, al margine della strada. Il verde dei rami è ancora tenero e rilucente. Penzolano a un palmo dal suolo.
In fila.
Le teste piegate di lato.
Con le divise tutte insozzate dalla bava.
Ragazzini, non molto più grandi di Didi.
Impiccati di nascosto in nome del Führer.
Con un cartello di cartone sul petto.
Disertore.
Didi scopre gli impiccati quando apre la finestra.
Dapprima resta rigida, muta, immobile. Poi afferra Stropsi. Lo afferra alla nuca. Lo solleva, lo scuote. Grida: ”Perché non hai abbaiato!“. Continua a scuoterlo. Non smette di gridare contro di lui. “Stupido animale, perché non sei stato attento?“. Lo butta a terra con uno spintone.
Si getta sul letto. Piange.
Restano appesi alcuni giorni. Lasciati lì a fare mostra di sé, come ammonimento. Una mattina sotto gli alberi si vedono dei fiori. Non a lungo.

Inge Obermayer, Verrà la guerra e... Un'infanzia in Germania 1933-1945", traduzione a cura del Prof. Francesco Maione, pp. 99-100

Nessun commento:

Posta un commento