mercoledì 18 gennaio 2012

l'Arcoiris scommette sugli ispanoamericani

"Il 2012, per gli appassionati di letteratura ispanoamericana, inizia con due nuove collane della casa editrice salernitana Arcoiris: "La battaglia dei libri", che accoglie saggi su autori ispanoamericani, inaugurata dall'interessante volume di Livio Santoro "Una fenomenologia dell'assenza. Studio su Borges", e "Gli eccentrici", destinata a far scoprire al pubblico italiano aspetti della narrativa ispanoamericana rimasti finora nell'ombra. Il primo libro uscito in questa collana è "La piena" di Carlos Dámaso Martínez (traduzione finanziata dal Ministero degli Affari Esteri, del Commercio Internazionale e del Culto della Repubblica Argentina). Non poteva essere esordio migliore. Dámaso Martínez è uno scrittore e critico argentino divenuto di culto nel proprio paese in seguito alla pubblicazione, nel 1982, di Hay cenizas en el viento, intenso romanzo che prende spunto da un verso di Borges per raccontare gli anni dell'ultima dittatura. La piena, uscita in Argentina nel 1997 con la prestigiosa casa editrice Beatriz Viterbo, è, come afferma María Cecilia Graña nell'introduzione, una raccolta "di particolare interesse per il lettore italiano in quanto in alcuni racconti viene mostrato uno squarcio paesaggistico, sociale e linguistico della provincia argentina, altrimenti poco rappresentata nelle narrazioni tradotte in Italia". Ciò è evidente nella nouvelle che dà il titolo al libro, una perfetta commistione di fantastico e poliziesco in cui si racconta di un'inondazione che trascina a valle un "enorme" e inquietante mistero da svelare. Non meno intensi sono i racconti che seguono: l'allucinato Il resoconto impossibile, splendido omaggio allo scrittore uruguaiano Horacio Quiroga, Incontri velati, quasi una storia alla Dorian Gray, in cui l'annullamento della temporalità e il tema del doppio incontrano l'atroce realtà della dittatura del '76, e I giorni dell'Eden e Come una visione, in cui la fascinazione esercitata sui protagonisti dalle figure femminili si inserisce in una cornice di grandi sconvolgimenti storici. In Dámaso Martínez ogni dettaglio descrittivo, ogni evento, ogni situazione solletica il lettore, tenendolo sul filo passo dopo passo, come se qualcosa di sconcertante dovesse avvenire nella narrazione da un momento all'altro. Come nel caso di Bolaño, si potrebbe parlare forse di una poetica dell'incompiutezza. Anche in Dámaso Martínez l'epifania non si manifesta mai nel testo, ma solo nel lettore".

Recensione di Emanuela Guarnieri comparsa su "Roma" sabato 14 gennaio 2012

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